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Educazione

Giochiamo alla maestra?

Anna insegna a Sofia

Anna insegna a Sofia

A volte mi sorprendo nel guardare i bimbi quando giocano serenamente (quindi quasi mai visto che stanno attraversando un’età in cui urlano, gridano, litigano alla stessa velocità di come fanno pace e si amano alla follia!). Forse per questo mi sorprendo?????

Ad ogni modo, ci sono giochi che i vostri figli adorano fare di più in assoluto? O ai quali li vedete appassionati, presi, interessati, più di ogni altro? Per le mie figlie femmine credo di poter dire senza dubbio che nella top ten c’è il gioco della maestra (sicuramente a pari merito con quello del dottore!!!). In casa, come forse il 99% delle famiglie, abbiamo la classica lavagna dell’Ikea da quando loro sono piccolissime, che ha avuto un ruolo differente a seconda del periodo evolutivo delle ragazze e di Franz. Per quest’ultimo è uno strumento sul quale sbriciolare i gessi; per Sofia e Annalisa è stata dapprima sinonimo di gioco solitario, poi di gioco di coppia, per iniziare ad sperimentare la fase del “gioco di ruolo”.

Devo dire che il gioco della maestra è molto istruttivo per le mamme per conoscere una parte del mondo scolastico, perchè generalmente si riproducono dinamiche e conversazioni che i bimbi hanno sentito in altri contesti e che introducono nelle loro attività ludiche.

Aperta parentesi: come per questo gioco che ci consente di capire alcune cose che accadono o vengono dette in classe, ricordiamoci che anche nostra suocera quando i bimbi sono a casa sua, è in grado di cogliere le dinamiche familiari in cui vivono i bimbi, visto che le riproducono in continuazione e nei contesti meno appropriati….!!!!!! ATTENZIONE!!!!!!!! – chiusa parentesi.

Ma torniamo a noi. Mi sono accorta che ovviamente il ruolo più gettonato da interpretare è quello della maestra, per cui normalmente, a turno, ognuna delle due ricopre anche quello dello studente. Chiaramente quando Franz capita nei paraggi incuriosito dal fatto che la lavagna ha anche un uso diverso da quello che ne fa lui, viene immediatamente arpionato ad una sedia e lusingato sul fatto che fare lo studente è il personaggio più ambito e lui ci casca come un sacco di patate!

Sofia spiega ad Anna

Sofia spiega ad Anna

Le modalità delle due ragazze nel fare la maestra rispecchiano decisamente il carattere e la personalità di ciascuna, ma anche gli insegnanti che hanno a scuola: Sofia, che ha un temperamento più impulsivo, severo e deciso è la classica “maestra bacchettona”, non lascia passare nulla, dà voti bassissimi, interroga con la facilità di un gatto nel salire sull’albero, dispensa sermoni a non finire, sgrida, mette in punizione e fa le verifiche a sorpresa (non commentate…lo so, lo so….).

 

Annalisa, invece, che ha un carattere tendenzialmente più riflessivo, pacato e accomodante, si mette nei panni dell’altro, cerca di non essere severa, non mette deliberatamente in difficoltà, se potesse farebbe i compiti al posto dello studente, trova sempre un modo per non penalizzare e fa volare dei 10 a gogo (lo so….lo so….).

Se presto attenzione alle parole che utilizzano mi rendo a volte conto che, se non avessi la certezza di essere nel mio stesso corpo, un ologramma di me miniaturizzato sembra giocare nell’altra stanza, e davvero non sai se ridere o piangere!!!! E’ un momento molto interessante per permetterti di ascoltare quello che spesso dici, forse anche inconsapevolmente, e che però si è incuneato nella mente dei cuccioli in modo talmente forte da far sì che ripetano le tue stesse parole, o riprendano i tuoi stessi atteggiamenti. E non sempre sono bei momenti….

Per entrambe credo che sia un modo per gestire e appropriarsi di una fetta di potere che normalmente non hanno in nessun contesto della loro ancora giovane vita, e quindi è un momento in cui sperimentare direttività, autorità o autorevolezza a seconda delle figlie, decisionismo incondizionato, solidarietà, comprensione, vendetta.

Per me i giochi di ruolo sono molto importanti nella vita dei bimbi per poter interpretare e appropriarsi un un punto di vista diverso dal proprio, mentre per i genitori per conoscere un pò meglio, attraverso i propri figli, se stessi e i propri atteggiamenti e modi di fare nei loro confronti. Mi fa sempre effetto quando sento dire da uno dei tre , per sgridare un “alunno” o per riportare quando detto dalla maestra ad un bambino che non si era comportato bene, di andare in bagno fino a quando non sarebbe stato pronto per chiedere scusa del comportamento avuto o per dimostrare di aver compreso di aver fatto un torto.

Indovinate un pò chi usa il bagno come luogo di decantazione della rabbia o di riflessione di un’azione??????? (lo so…lo so….)

firma_Sara

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