Come vi avevo accennato in un precedente post, vi racconto la gita scolastica al Museo del Truciolo di Villarotta (Reggio Emilia). Una bella esperienza per riscoprire tradizioni e mestieri antichi. Il museo è allestito in una vecchia chiavica restaurata dove sono state raccolte le macchine e le varie attrezzature per la lavorazione del truciolo e della treccia. Il mestiere è antico. Le nonne raccontano ancora che da piccole rimanevano chine per ore e ore ad intrecciare “le paglie”. Ne ricavavano nastri lunghissimi che poi venivano “stirati” in mezzo a due rudimentali rotelle di legno, ordinate in matasse lunghe un metro e poi consegnate per cucire cappelli: i cappelli di legno.
Sì, perchè a differenza di molte altri parti in Italia, nella nostra zona “la paglia” da intrecciare è ricavata dal pioppo, che nelle golene del Po cresce facilmente ed ha caratteristiche ideali per ricavarne i trucioli robusti e ottimi da lavorare. All’ingresso ci accoglie Cesare, che ci guida raccontando la nascita del museo e le sue finalità, poi con Nullo iniziano a mostrarci la lavorazione nel tronco grezzo di pioppo: il taglio, la scorzatura e la levigatura: ecco i trucioli. Una volta tutte le operazioni venivano fatte a mano con coltelli ricurvi, mentre dall’800 si utilizzano macchine, prima a vapore e poi elettriche, che facilitano e velocizzano le operazioni.
Finalmente tutti all’opera con l’aiuto di Bruna che ci insegna la tecnica dell’intreccio, naturalmente quella più semplice con due trucioli. Non è difficile, ma la manualità dei bimbi e anche dei genitori non è molto allenata, quindi è stata fondamentale la pazienza di Bruna, Cesare e Nullo, che hanno corso un po’ di qua e un po’ di là a rispiegarci e correggere gli errori. Però si sono visti i risultati con lunghe trecce e sorrisi soddisfatti. Bruna ci ha mostrato la realizzazione del cappello con la macchina da cucire, regalando poi a ciascun bimbo un segnalibro colorato, naturalmente fatto con la treccia, perchè oltre a cappelli si possono realizzare tovagliette, scatole, cornici e ..largo alla fantasia!!
Naturalmente da degno figlio di mamma trafficona, Sebastiano ha portato a casa una bella “bracciata” di trucioli che ci hanno messo a disposizione. Così, a casa, abbiamo passato tutto il pomeriggio divertendoci a fare la treccia con il fratello e la sorellina.
Se avete voglia di andare al museo, è aperto tutte le domeniche pomeriggio oppure potete telefonare per organizzare la visita, se volete contattarli andate qua.
1 Comment
[…] E per i più tranquilli ci sono anche le signore del Museo del Truciolo di Villarotta che insegnano con molta pazienza a fare la treccia: vi ricordate che ci eravamo stati??!!!! […]
Marzo 10, 2016 at 12:11 pm