Si metta agli atti che un genitore, quando diventa tale soprattutto nei primi anni di vita dei bimbi, la noia non la prova, e probabilmente dimentica istantaneamente a cosa collegare questo termine perchè non ha il tempo materiale per annoiarsi. Si metta altresì a verbale che la noia è un termine che per sua natura presuppone comportamenti e non-azioni che un genitore non può nemmeno immaginare, pertanto la noia di cui si parla è esclusivamente quella che provano i figli. Sono loro che, arrivato giugno, nonostante perduri da parte dei genitori una certa programmazione ed organizzazione modello tetrix dei campi ricreativi in cui inserirli (si legga a questo proposito Giugno con il bene che ti voglio), iniziano una nenia infinita e spesso anche tediosa sull’impiego del tempo. I figli in estate si annoiano, inderogabilmente, incredibilmente, incomprensibilmente……oserei anche dire….finalmente!!!!!!
educazione
All’indomani della strage di Manchester e di quella di Londra, all’indomani dell’ennesimo attacco alla libertà e alla vita, mi fermo a pensare come probabilmente sta facendo la gran parte del genere umano e il mio pensiero, assordante e muto al contempo, va a voi, miei figli. Da quando sono madre voi siete ciò che vedo davanti agli occhi della mia mente al mattino, e ciò che bacio sulla fronte prima di addormentarmi.
Voi siete LA vita, buona parte anche della mia. E penso che sicuramente non sarò mai in grado di proteggervi come vorrei e comunque sempre meno rispetto a quello che avrei potuto.
Ma quello che desidero per voi è lasciarvi liberi di vivere la vostra vita.
Io sono una di quelle mamme che hanno bisogno di sentirselo dire almeno mille volte e poi non sarebbe neppure sufficiente. Sono una di quelle mamme che non se ne accorgono da sole e che forse non vogliono nemmeno farlo fino in fondo. Io non le vedo per prima le cose, ho bisogno di essere guidata a spalancare gli occhi per scoprirle man mano, passo passo, non così in un botto solo, con una lacrima che scende sfrontata dagli occhi a ricordarmi che forse di questa cosa mi devo capacitare.
Perchè voi diventate grandi, ma un minimo di preavviso me lo dovete pur dare!!!! E’ il sacrosanto diritto delle mamme!!!!!
Quando ero solo figlia e potevo autorizzarmi a criticare il modello educativo genitoriale che mi veniva imposto proposto (insomma contestavo apertamente i miei genitori), ricordo che spesso mi ripetevo che MAI e poi MAI, quando fossi diventata madre a mia volta, avrei detto ai miei figli certe parole. MAI E POI MAI.
C’erano delle frasi, ma anche delle “dritte” per così dire educative, delle rigidità che non comprendevo da parte dei miei genitori, che non avevano senso per me e che non volevo a mia volta riproporre ai miei figli tanto più che avevo intestato una lista nera su un quaderno per non dimenticare quelle parole che più spesso i mie genitori ripetevano e che a me urtavano.
Ovviamente non avevo fatto i conti con la mia maternità e il mio essere mamma. E nemmeno con il fatto che l’essere di mio logorroica ha sicuramente aumentato (purtroppo per i miei figli) le parole che più spesso ripeto loro da mamma, oltre che la frequenza.
Siamo molto felici di ospitare Michela Santi de La Maison dei piccoli, per diversi motivi: è una nostra conterranea ed è una giovane donna che con una buona dose di coraggio è riuscita a realizzare un suo sogno, un’attività tutta dedicata e rivolta ai piccoli. L’abbiamo intervistata per voi, per dare voce alla sua esperienza che a noi è piaciuta tantissimo e che ci fa pensare, ancora una volta, che se si vuole qualcosa con forza e determinazione il risultato si può raggiungere. E’ questo che vorremmo insegnare anche ai nostri figli, di avere il coraggio e la grinta di credere nei propri sogni, anche quando sembrano faticosi e difficili da poter realizzare. Se vi abbiamo incuriosito a sufficienza, non dovete fare altro che leggere!
Una volta si chiamavano scuole elementari, oggi scuola primaria, ma la sostanza non credo che sia tanto diversa: è la prima scuola (di vita) che abbiamo frequentato, quella che segna il passaggio dall’infanzia alla preadolescenza, quella nella quale entri ancora un bambinello e ne esci quasi irriconoscibile rispetto ai 5 anni precedenti.
E sono tante le cose che possono rendere questo momento della vita di noi bambini indimenticabile (in senso positivo e in negativo): si impara a leggere e scrivere, a stare seduti a lungo, a stare in silenzio e alzare la mano per parlare, ad attendere la ricreazione (o intervallo) per poter giocare, a disegnare “dentro” le righe, ad alzarsi al mattino presto per essere puntuale al suono della campanella, si conosce la pesantezza dello zaino da portare sulle spalle (spesso a rischio di caduta gambe all’aria), l’inizio delle studio e della conoscenza più strutturato, si incontra la/le maestra/e.
Personalmente la maestra delle elementari non la dimenticherò mai e sicuramente per il segno positivo che ha lasciato durante i miei 5 anni di scuola elementare.