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bambini

    Educazione

    Faccio le cose, ma non so perchè

    Dare un senso a tutto quello che facciamo dovrebbe essere una prerogativa di consapevolezza, che potrebbe aiutarci a non fare gli stessi errori, ma anche a reiterare comportamenti che al contrario riescono bene, che producono un risultato positivo.

    Fare le cose sapendo la motivazione per le quali le facciamo dovrebbe essere un “a priori”, dovrebbe accompagnarci nella nostra quotidianità, almeno per il 90% delle azioni che compiamo, delle scelte che facciamo.

    DOVREBBE…

    Poi ti confronti con il piccolo di casa, colui che beatamente, del tutto ingenuamente, quando gli chiedi il motivo per cui ha fatto una certa cosa ti risponde esattamente come tu non ti aspetteresti, o meglio non vorresti sentirti dire, e allora ogni “dovrebbe” diventa completamente superfluo e soggettivo.

    Lui fa le cose senza sapere il perchè! E si sorprende, sempre, del fatto che tu madre te ne stupisca pure.

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    Esperienze

    Unendo le lettere, faccio una parola!

    Iniziare a leggere

    Capita spesso di sentirmi dire: “Ormai con tre figli, sarai abituata a tutto e non ti stupirai più di nulla!” e io sorrido, rispondendo…..provare per credere!

    Credo in effetti che mi appartenga molto la capacità di sorprendermi rispetto alle cose, alle situazioni, a ciò che vedo, sento o in generale a cui vengo in contatto. Ma avevo già capito durante i miei studi che il mondo dell’infanzia, il mondo dei bambini, mi affascinava in modo del tutto naturale, stimolando ancora di più la mia tendenza allo stupore.

    Quando arrivo al momento in cui il cucciolo di turno è nella fase dell’apprendimento delle lettere dell’alfabeto, le mette insieme e compone delle frasi, la meraviglia mi prende e mi porta lontano. Ogni volta, come fosse la prima volta.

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    Esperienze

    La mattina ha l’oro in bocca!

    Sveglia al mattinoSe proviamo a fermarci un attimo a pensare a come ognuno di noi affronta l’inizio della giornata, sono sicura che troveremmo delle analogie all’interno di ogni nucleo familiare, di ogni coppia, di ogni semplice convivenza umana. Difficilmente all’interno di una coppia, di una famiglia o di una convivenza si rintracceranno comportamenti simili, più spesso polarmente opposti, fin dal primo mattino, dal momento in cui suona la sveglia, si approno gli occhi, si mette il piede fuori dal letto.

    Può essere vero che la mattina ha l’oro in bocca, ma non per tutti.

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    Esperienze

    Cara Santa Lucia…

    Santa Lucia

    Cara Santa Lucia, anche quest’anno si compie nuovamente la magia della tua attesa. Un’attesa profana, chiaramente, nulla a che vedere con quella che ci porta al Natale, ma un’attesa piena di tante cose. A ben pensarci, cara santa Lucy, qualcosa di simile all’attesa del Natale c’è.

    Sono tante piccole cose che rendono la sera prima del tuo arrivo così importante e così emozionante, per i bimbi, ma anche per i grandi come me, che alla favola e alla magia non vogliono rinunciare.

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    Senti chi parla

    Come ti spiego la povertà?

    Ci sono domande da parte dei bimbi che mettono parecchio in imbarazzo noi adulti, domande che non devono riguardare necessariamente argomenti o temi particolari per esserlo, come il sesso o la religione, ma che a volte spiazzano proprio perchè inattese. Ci sono domande che solo in apparenza possono sembrare semplici, ma che in realtà ci lasciano interdetti a bocca aperta, senza la possibilità di trovare risposte adeguate…per noi e per loro.

    Una di queste domande, del tutto inaspettate per me, è stata quella del mio seienne, che un giorno mi guarda e mi chiede cos’è la povertà e, soprattutto, perchè ci sono le persone povere.

    ARGH!!!!!

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    Esperienze

    Amicizia anche se..

    Quanto piace ai nostri figli invitare a casa amichetti per giocare in compagnia e far vedere i propri giochi!!! I miei figli vorrebbero sempre avere qualcuno a casa, ma per questioni organizzative abbiamo la possibilità di invitare solo nei fine settimana (sempre che non ci siano partite/concentramenti, cerimonie, scout, catechismi, compleanni, pranzi/cene..): insomma avete capito che di occasioni per invitare non ne abbiamo molte. Poi dividete queste occasioni per tre figli, visto che raramente accetto amici di diverse età (salvo le eccezioni dei fratelli) e vi potete immaginare che devono essere dei momenti pianificati e ben ponderati, per non buttare via una giornata preziosa con il primo compagno che capita.

    Preparazione dell’agguato

    I bimbi sanno che quando si invita qualcuno a casa ci deve essere una minimo di parvenza d’ordine (dire ordine in casa nostra è quasi un’eresia). Damiano è sicuramente il più bravo ad aiutarmi a sistemare, ma negli ultimi giorni era particolarmente attivo, ha anche liberato un intero angolo per sistemare meglio tutti i lego che abbiamo. Il suo piano è diventato evidente quando è arrivata la richiesta ufficiale “mamma, posso invitare qualcuno sabato a giocare?“, ma direi che con tutto il lavoro e l’impegno profuso la concessione è stata sicuramente più che meritata. Appurata dalla mia fitta agenda degli appuntamenti che il sabato sarei stata relativamente libera, lasciando il concentramento del grande in gestione al marito, ho acconsentito alla richiesta e ho detto a Damiano di procedere pure all’invito.

    Invito

    E voi direte, ok..ma che storia banale..anche noi abbiamo sempre la casa piena degli amichetti dei figli che sfrecciano con le macchinine o con i robot o delle compagnucce delle figlie che cucinano o giocano alla scuola con le bambole, vero?!?
    Giusto, però Damiano, quasi 10 anni, ha invitato a casa Annalisa, sua compagna di scuola (e non fidanzata, vero Sara!?!). Ricordate che Sara (socia e front woman del blog) ha due figli della stessa età dei miei, che frequentavano le stesse classi; i piccoli si sono persi quest’anno con la prima elementare, ma i mezzani frequentano la stessa classe e hanno un carattere molto simile e molte passioni in comune. Così si sono messi d’accordo per fare un pomeriggio di lego e magari qualche ricettina in cucina, mentre noi mamme ci messaggiavamo incredule della loro indipendenza e della scelta controcorrente. Damiano avrebbe anche voluto che rimanesse per tutti i pasti e la notte, ma la cosa diventava un po’ troppo complicata, visto impegni precedenti, e abbiamo convenuto che potevano accontentarsi per ora di un pomeriggio insieme.

    Sabato pomeriggio

    Il sabato fatidico è arrivato, dopo pranzo è arrivata Annalisa, con qualche minuto di ritardo, come conviene ad una signorina, passati con molta apprensione e agitazione da Damiano, come conviene ad un ometto, il quale, ha anche avuto l’accortezza di chiedere di poter telefonare alla mamma Sara per chiederle se sapeva dove abitavamo!!! Io avrei avuto una certa agitazione se avessi dovuto parlare con i genitori di una mia amica a 9 anni 😉 .
    Cosa hanno fatto? Innanzitutto hanno rotto il ghiaccio andando a prendere insieme tutti i lego da usare, il padrone di casa ha mostrato tutte le sue opere e hanno iniziato insieme ad giocarci e a costruirne altre. Sono stati un’ora a chiacchierare, confrontandosi e ammirando le realizzazioni, finchè ho proposto la pausa culinaria. Amano entrambi cucinare, in particolare la pasticceria, quindi tutti in cucina a fare una buona torta. Damiano ha scelto una ricetta che avevamo già sperimentato, una delle sue preferite: la torta al mascarpone. Hanno fatto tutto da soli: hanno letto la ricetta, pesato, mescolato, scaldato, ogni tanto si sono dati il cambio con molta armonia e senza mai una discussione, mentre io li guardavo incantata in disparte per non disturbare. Infornata la torta, sono tornati alle loro opere di alta ingegneria, ma in compagnia della televisione. Mio figlio ha voluto far vedere alla dolce donzella qualche puntata di… “Ken il guerriero“..ehm, non so se avete presente?!?! Ok, tutto bene, ma venite a fare merenda con la vostra torta, che è meglio!!
    Il pomeriggio è finito, Annalisa deve andare perchè ha un impegno e i due amichetti si salutano.

    Ha invitato una FEMMINA!!

    Sia io che Sara abbiamo già detto più volte che non facciamo molte differenze di genere, ma lasciamo che gli interessi e le attitudini dei nostri figli si sviluppino senza divieti o freni, e così funziona anche per le amicizie, anche se diventa difficile nell’ambiente scolastico. Spesso Damiano mi ha chiesto se secondo me era normale che a lui piacesse giocare anche con le femmine, visto che alcuni compagni (maschi) lo prendono in giro quando sceglie di passare la ricreazione con le compagne, come se fosse una colpa grave o un affronto preferire altro a tirare sempre due calci al pallone. Ho sempre cercato di rassicurarlo, anche io ho sempre giocato molto volentieri con i maschi nelle mie lontane ricreazioni del dopoguerra, è normale scegliere volta per volta il gioco o l’attività che si preferisce fare, l’importante è divertirsi e stare bene.

    A proposito: Sara, ti anticipo che Damiano la vuole invitare insieme ad altre amiche e amici alla sua festa di compleanno, lui ha già previsto il pigiama party con notte fuori e ha già previsto dei giochi a squadre, è già mooolto avanti 😉

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    Esperienze

    Lasciar crescere significa anche permettere che… giochi a calcio

    Franz e il calcio

    Diciamocelo: i figli devono crescere e poter fare autonomamente le proprie scelte sportive, seguire il palpito del loro cuore e poco importa quale sport sceglieranno, perchè tanto sarà esattamente l’opposto di quello che desidereresti. E non tanto perchè vorresti che la scelta ricadesse sullo sport che hai fatto tu alla loro età o quello che ancora adesso tu genitore stai facendo così da poter magari fare qualche partita insieme. No, no, mi riferisco alla scelta che faresti tu di uno sport INDOOR, di quelli che entri asciutto ed esci asciutto e generalmente altro non devi fare che buttare tutto in lavatrice.

    Ma lasciar crescere significa anche permettergli di giocare a calcio.

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