Follow:
Browsing Tag:

adolescenza

    Educazione

    Adolescenza: Mamma, io esco!

    mamma, io escoSiamo giunti alla fatidica età in cui tuo figlio, nel mio caso figliA, non ti chiede più le cose, ma te le comunica, della serie ti informa di qualcosa che ha già deciso e che non presuppone il tuo beneplacito, ma semplicemente il tuo esserne a conoscenza. Di quando tu dici: “Scusa ma potevi parlarmene!” e per risposta ottieni un “Infatti, te l’ho detto!”.

    Siamo arrivati al quel punto della vita dei figli in cui tu genitore servi esattamente come il sale per un iperteso, perchè i figli si sentono padroni della loro vita e delle loro scelte e tu conti come il due di picche quando la briscola è bastoni. Anche se a volte il bastone lo useresti nei loro confronti in modo diverso dal gioco delle carte!!!!!

    Siamo giunti alla fatidica Adolescenza, momento in cui la frase che normalmente ti senti dire, o meglio senti aleggiare nella casa perchè può essere rivolta a te come al muro della cucina, è:

    Mamma, io esco!

    Read more

    Share:
    Esperienze

    Essere mamma di un adolescente in terza media

    In casa abbiamo un adolescente. E questo si sa, perchè è materiale fecondo per i miei diversi post sul tema adolescenza, e per questo non posso che ringraziare la mia c’eraunavoltaunabambina. Solo per questo però. Perchè aggiungiamo che l’adolescente del caso è sotto esame per la licenza media e il suo bonus ringraziamenti così come è iniziato è anche già finito.

    Essere mamma di un adolescente in terza media è un’esperienza non particolarmente edificante.

    Anche se devo dire, a onor del vero, che pensavo peggio.

    Read more

    Share:
    Esperienze

    Adolescenza: santa pazienza vieni a me!

    pazienzaIl nostro ciclo di temi/pensieri sull’adolescenza si allunga di giorno in giorno perchè, quando ci sei dentro con tutte le scarpe, ti vengono in mente un sacco di suggestioni che possono essere di interesse anche a chi ancora deve avvicinarsi a questa fase, o la sta attraversando.

    Uno degli aspetti che taglia trasversalmente tutto il periodo adolescenziale è il concetto di pazienza: intesa come pazienza da parte di noi genitori e sicuramente anche pazienza da parte dei nostri figli.

    Nel primo caso sarebbe da esercitare, nel secondo è persa dall’origine e non la si porta affatto con sè.

    Che poi se l’hanno fatta Santa questa pazienza, qualche merito lo devo pur avere!!!!

    Insomma per farla breve, oggi invoco lei: santa pazienza vieni a me!!!!

    Read more

    Share:
    Educazione

    Adolescenza e alimentazione: istruzioni per l’uso

    adolescenza alimentazione

    Nel ciclo di incontri (virtuali) sull’adolescenza, non poteva mancare un post specifico, e decisamente più serio, sul tema alimentazione, che in questa fase della vita dei nostri figli assume un connotato assolutamente più forte. Partiamo dal presupposto che sono una mamma decisamente attenta al discorso alimentare, in primo luogo per alcune scelte personali che ho fatto che incidono comunque sulla tavola e chiaramente anche rispetto ai miei figli. Non sono quella che si può definire una integralista alimentare, gli sgarri sono concessi, le porcherie entrano in casa, ma il consumo non è abituale. Detto questo sono consapevole che certe età della vita dei nostri figli siano più “pericolose” di altre in tema alimentazione, perchè possono determinare delle prese di posizione tutt’altro che salutari, che possono sfociare in vere e proprie malattie.

    Ecco quindi quello che ho imparato nel corso della mia vita sulla relazione tra adolescenza e alimentazione.

    Read more

    Share:
    Educazione

    Adolescenti perfetti sconosciuti

    perfetti sconosciutiVi ricordate che sono andata alla conferenza organizzata dall’associazione Un Sasso nello Stagno?
    Il dott.Franco Caroli ci ha aperto gli occhi sul fantastico mondo degli adolescenti.

    Avete presente quel tenero pargoletto che riempite di coccole e che vi ascolta incantati..ecco, scordatevelo!! Arriverà una mattina che al suo posto ci ritroveremo un mostro, uno sconosciuto che grugnisce invece di parlare, che ci sbatte fuori dalla SUA camera, si veste e si pettina strano (ad essere fortunati) e ..speriamo bene per il resto!

    Questo è il nostro resoconto della serata, da leggere con attenzione e non cadere in depressione, se volete vedere il video potete andare qui.

    Il vostro amato figlio è entrato nel magico mondo dell’adolescenza!

    Che succede fisicamente?

    Il cervello cambia, si inizia a sviluppare la corteccia prefrontale che controlla l’amigdala, sede degli istinti, ma purtroppo questo processo si completerà solo tra i 13 e i 15 anni nelle femmine, non prima dei 16 nei maschi. Questo significa che non avranno freni, non penseranno alle conseguenze delle loro azioni e agiranno sotto il dominio degli istinti, non riusciranno a gestire i ricordi e a riconoscere le emozioni degli altri (questo spesso è alla base del bullismo).
    La corteccia prefrontale ci aiuta ad evitare comportamenti pericolosi..eh si!! Questo vuol dire che è più forte di loro, si mettono nei guai e se va bene non avranno conseguenze e possiamo solo incrociare le dita, perché tutte le raccomandazioni che gli daremo di certo non le seguiranno!

    Il loro corpo si modifica ed è bombardato da tempeste ormonali che fanno impallidire le sindromi premestruali di noi donne e i tanto famosi sbalzi di umore,  e anche l’odore cambia..sì avete capito, le ragazze avranno un caratteristico odorino di ragù, mentre i ragazzi di caprone selvatico.

    Questo è il momento in cui non sono più bambini, ma non sono ancora adulti, un momento di transizione che li mette alla prova, in cui vogliono spaccare il mondo, ma non si sentono abbastanza forti, non hanno autostima e non sono in grado di fare progetti per il futuro, vivono solo il presente.

    Come cambia il comportamento?

    Diventano rabbiosi, svogliati, scostanti, silenziosi, attaccabrighe..

    Fanno di tutto per differenziarsi, rendersi diversi dai genitori, vogliono essere indipendenti e fare le loro scelte.

    Cosa possiamo fare per aiutarli?

    La difficoltà sta nel individuare il giusto stile di comunicazione, nel porsi nel modo giusto:

    • fare domande aperte (non “come è andata a scuola?” ma “quale è stata la cosa più bella che hai fatto oggi?” o “quale è stata la cosa che ti è riuscita meglio” o “cosa hai provato mentre..?“), che apre ad altre domande aperte;
    • fare domande specifiche su cose che interessano loro e sulle loro opinioni, cercando di entrare nel loro mondo;
    • non vietare uno stile, se non fanno male a nessuno..
    • mostrare sensibilità e cercare di ascoltarli, condividere i loro dolori anche se ci verrebbe da dire “te l’avevo detto”, non dobbiamo influenzarli o imporre la nostra opinione.

    Quindi cerchiamo di non giudicare e mai forzare nei comportamenti. É giusto mettere dei paletti, ma devono essere pochi e giustificati, perché se prima con il bambino non c’era bisogno di argomentare le scelte e le imposizioni, adesso la spiegazione è d’obbligo e fortemente richiesta. Questo non vuole dire lasciarli rientrare alle 2 di notte a 14 anni.

    Certo dall’altra parte non è nemmeno giusto disinteressarsi o accondiscendere a tutte le richieste che fanno, ne tanto meno difenderli contro chiunque gli faccia torti, giusti o sbagliati che siano: devono imparare a prendersi le proprie responsabilità.

    Meglio non perdere tempo a obbligare un figlio a vestirsi o pettinarsi in un certo modo, meglio lasciare la libertà di esprimersi come meglio crede visto che non fa del male a nessuno: valutate sempre se vale veramente la pena porre certi divieti, meglio pochi ma buoni!

    Cercate di avvicinarvi al loro mondo e alle loro passioni, con questo non vuol dire di farvele piacere, ma magari guardare un film che a loro é piaciuto per parlarne insieme, o vedere quello YouTuber che seguono sempre per scambiarsi delle opinioni e smetterla di fare sempre il terzo grado per estorcere qualcosa oltre al grugnito. Le conversazioni non dovrebbero essere a senso unico, il monologo del genitore che risolve i problemi del figlio raccontando come ha fatto alla sua etá o come si comporterebbe al suo posto non serve: ci dovrebbe essere un dialogo empatico in cui cerchiamo di far uscire le risposte che ci sono già.

    Consigli

    1. Ricordate la terza legge di Newton (ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria)? Questo vuol dire di non cozzare con dei divieti senza spiegazioni, di non urlare maleparole, di non fioccare punizioni.
    2. Coinvolgerli nelle decisioni, anche che non li riguardano, spiegandogli quello che si decide in famiglia e cercando di mediare e negoziare.
    3. Cercare di porsi dei limiti nel “prendersi cura” di loro, devono imparare ad essere autonomi.
    4. Il ragazzo deve vivere le sue esperienze, deve cadere ed imparare a rialzarsi, è giusto che fallisca e riprovi, noi genitori dovremmo avere la forza di lasciarlo fare, senza avvolgerlo nella bambagia e senza difenderlo a qualsiasi costo.
    5. Alzare la voce non è una soluzione, non ascolteranno di più se si urla, se proprio non si resiste meglio prendere una pausa e farsi un giro per riprendere il discorso quando è tornata la calma.
    6. Tutto ha un prezzo, quindi è giusto che per ogni diritto che ottengono ne consegua una responsabilità, non possono avere tutto solo perché lo richiedono;
    7. Mostrare rispetto per le cose a cui tengono senza criticare le loro scelte o i loro gusti, giudicarli per quello che fanno equivale disprezzare la loro persona e minare la loro autostima;
    8. Insegnare loro a saper fallire senza aver paura di vederli tristi e depressi, senza ridicolizzare i loro sentimenti o cercare di “tirarli su”;
    9. Riconoscere loro i buoni risultati ottenuti facendoglielo capire chiaramente.

    Non c’è un modo giusto di comportarsi, ognuno deve trovare la giusta strada per la propria situazione, ma ricordiamoci che abbiamo davanti individui che non vogliono essere spinti o giudicati, ma educati.

    Share:
    Educazione

    Quando i vandali si nascondono nelle famiglie “normali”

    Vandalismo

    Ho pensato davvero molto al titolo da dare a questo post, che prende vita da un fatto di cronaca che ha coinvolto un paese vicino a quello in cui abito io. Un fatto di cronaca apparso sui quotidiani locali, ma che si è animato anche attraverso il web e i profili social di persone che in questi comuni o nei comuni limitrofi vivono. Fatti che non possono evitare di scuotere le coscienze e indurre a pensare in primis alla scuola, alle famiglie, ai ragazzi e alla società.

    Si è parlato di vandali, di famiglie “normali”, di ruolo della scuola, di scomparsa dei valori, di educazione familiare. Così ho scelto un titolo che un po’ desse il senso di quello che penso di questo fattaccio: questi vandali (perché di fatto hanno compiuto degli atti vandalici) si nascondono nelle famiglie cosiddette normali, e vorrei porre l’accento su NASCONDONO e su famiglie NORMALI.

    Per capire di cosa si sta parlando riporto alcuni brevi pezzi di articoli comparsi sui giornali.

    Read more

    Share: