Dicembre quest’anno ci regalava, calendario alla mano, un ponte dell’Immacolata decisamente invitante al quale non era proprio possibile rinunciare!!!! Del resto i bimbi sarebbero stati a casa da scuola e il 7 per noi genitori era giorno di ferie, per cui bastava solo scegliere la meta! Avrei voluto girare il mappamondo e fermarlo solo al tocco del dito indice in una località casuale, ma purtroppo la vita non è solo una fiaba, per cui ho scelto una destinazione fattibile in due giorni: Venezia!
Sara
Questo post mi è venuto in mente mentre parlavo con una mia amica “ritrovata” (dopo circa 13 anni di lontananza), commentando un momento del film InsideOut che ci ha fatto riflettere su alcuni momenti della vita dei nostri figli (e nostra). In particolare mi è venuto in mente quando, a 10 anni, ho provato il primo grande distacco della mia vita….provato….diciamo meglio subìto….(ok erano solo 5 km di distanza da un paese all’altro, ma a 10 anni equivalevano a 1000km!!!!)
In effetti nel post in cui parlavo delle domande che i bimbi pongono nei momenti meno opportuni (leggi qui), questa mancava decisamente all’appello.
Perchè poi basterebbe girare con un taccuino sempre a portata di mano per annotarsi tutto ciò che la fervida mente dei bimbi è in grado di produrre con la stessa quantità con cui il naso in inverno produce muco!!!!
Il titolo del post vi ha già preparato all’imprevedibile, ora vi basta solo leggere come posso aver reagito io a quel punto di domanda grande come un’intera circonferenza terrestre!!!!!
A casa nostra si respira già aria di Natale, perché quando ci sono dei bimbi in casa ci vuole veramente poco per entrare nel clima delle feste: giusto un albero!!!
Complice il fatto che il patrono del nostro paese cade giusto giusto il 25 novembre, e i bimbi sono a casa da scuola come del resto anche il papi (la mamma no perché lavora in un altra città!!!), l’albero si fa proprio quel giorno!!!
Quindi iniziano i fermenti e i primi gridolini che si propagano per la casa: “Domani si fa l’albero, domani si fa l’albero!!!“.
Che peccato che io non possa contribuire!!!! (ironica e sardonica….)
Per lo spazio “SentiChiParla“, oggi ci viene a trovare Giacomo Melli, un ragazzo di 17 anni che esattamente un anno fa ha deciso di candidarsi per poter fare un anno all’estero tramite il progetto Intercultura. E che esattamente a luglio 2015 è partito, salutando amici e famiglia, alla volta della Bolivia e della sua nuova “Vita per un anno”, che poi sarà sicuramente “Vita per tutta la vita”.
Quando ho avuto l’onore di leggere questi pensieri per la prima volta, grazie alla sua mamma, ho avuto una reazione istintiva, emotiva ed empatica: ho pianto e ho subito pensato a quanto sia forte questo ragazzo!!! E quanto debba essere orgogliosa di lui la sua famiglia, non tanto perchè ha fatto questa scelta, ma soprattutto per le parole e le emozioni che usa per raccontarla!
Gli ultimi tragici fatti di Parigi fanno riflettere, come ogni cosa arrivi alla nostra attenzione come un fulmine a ciel sereno minando profondamente le nostre certezze, le nostre sicurezze e invitando tutta l’opinione pubblica a mobilitarsi, prendere una posizione, dichiarare i propri pensieri e le proprie sensazioni sull’onda di uno stato emotivo.
Quello che generano in me, ormai sempre più spesso, tragedie come quelle di questi ultimi giorni, o come in generale tutte le vite spezzate (di guerre o di solitudini, di malattie o di noia) che incrementano costantemente il numero delle lapidi o delle lacrime che versa la nostra Terra, è consapevolezza. Un senso di realtà e di coscienza sempre più grande e purtroppo, considerando l’aumento percentuale delle tragedie, sempre più continuativo, dirompente, urlante.