Per la nostra rubrica Donne di cuore, ospitiamo oggi Katia El Mogi, una bellissima donna con mamma italiana, papà egiziano, ed un fratello negli Stati Uniti, quindi con il nomadismo nel DNA. L’amore primordiale per il viaggio e le lingue straniere la portano a scegliere il Liceo linguistico e, successivamente, Lingue e Letterature Straniere all’Università. Comincia ad insegnare inglese a 24 anni in una scuola superiore privata, a 27 anni continua in un ente di formazione. A 34 molla tutto e cerca d’inseguire il progetto di una libreria: sia fisica che virtuale.
L’abbiamo intervistata perchè crediamo che Katia sia una Donna di cuore, una donna capace di lasciare il certo per l’incerto, alla ricerca della realizzazione di un proprio sogno, nato e cresciuto nel tempo, e che ora necessita anche di essere coltivato.
Ciao Katia, come sai noi adoriamo le donne che coltivano sogni e che, sebbene con un pò di paura, hanno il coraggio di lasciare le certezze per inseguire un’idea. Si può dire che tu appartenga a questa categoria: un lavoro abbastanza sicuro e comunque con prospettive concrete e la richiesta di cogliere una palla al balzo.
- Ci racconti cosa è successo e cosa ti ha portato a scegliere la seconda strada?
Non so se sia successo qualcosa in particolare o se sia stata una congiunzione di eventi. Ma una donna, nel crescere, lo sente: quando è il momento di cambiare, di provare a realizzare quello che da sempre ti costruisci dentro, quando qualcosa chiama. Ho insegnato inglese per dieci anni agli adolescenti. C’erano aspetti del mio lavoro che amavo moltissimo, e mi mancano. Ce n’erano altri che non mi andavano più bene e mi facevano sentire “fuori posto”. Quindi ho deciso di lasciare un luogo che per me era una seconda casa e colleghi che erano una famiglia.
L’obiettivo che voglio provare a raggiungere è quello di aprire una libreria; quest’estate ho avuto la possibilità di gestirne una in Scozia assieme ad un’amica. Ed è stata una conferma. Per ora sono partita da uno spazio virtuale (thesleepyhamlet.blogspot.com) dove tratto di librerie e libri, miei e di chi legge. L’esperienza mi sta piacendo più del previsto e quindi intanto mi ci sono tuffata. Perché le cose riesco a vivermele solo così.
- Hai avuto mai dubbi su cosa fare? Riguardo all’esperienza in Scozia? Mai. Ho sentito da subito il richiamo di una terra e di un luogo (la libreria) che rappresentavano il concretizzarsi di un sogno. Quando la mia amica me lo ha proposto ci ho messo un secondo ad accettare e dieci a fare richiesta. Se capita mi vengano adesso che sono tornata, li risolvo facendo. Non sto ferma, cerco stimoli: in giro, nelle persone, sul web. Ho bisogno di vedere, di parlare, di sentire un’idea che esplode.
- Qual è stata la spinta maggiore che ti ha fatto propendere per accettare? L’idea di stare in mezzo ai libri, potendo parlare inglese. Sottolineo anche che l’anno prima, in vacanza, mi ero innamorata degli scozzesi e della Scozia, dove mi trasferirei tutte le estati.
- Come ti sei sentita in quel periodo e cosa ti ha dato in termini di professionalità, ma anche a livello emotivo? Serena. Dove dovevo essere. Piena di vita.
- Cosa hai imparato da questa esperienza? Che non bisogna mai smettere di cercare. Bisogna provare, sbagliare, affrontare le paure. Nasce sempre qualcosa di bello, oltre che a nuove consapevolezze.
- Se tornassi indietro rifaresti la stessa scelta? Sì. Prim’ancora, rivivrei tutto il percorso che mi ha portato lì: le risate, i pianti, gli incontri e tutto l’affetto che ho ricevuto. Perché mi hanno fatto capire cos’era che a quel punto della mia vita volevo davvero; sono stati loro ad accompagnarmi fino a lasciarmi volare.
- Quali sono i tuoi progetti per il futuro ora che sei tornata in Italia? Continuare il blog. Essere sempre a contatto con libri e librerie. Far conoscere alle persone dei bei testi in inglese e italiano. In un futuro più lontano creare una libreria fisica, come luogo d’incontri e di eventi. In questi mesi sto girando tantissime librerie di città italiane per poterne parlare, per conoscere luoghi meravigliosi che fanno bene all’anima e che, a discapito di quello che vogliono farci credere, sono più vivi che mai!
Grazie Katia, un bell’esempio di come convogliare tanta energia in un progetto e mantenere la spinta e la voglia di vedere quel progetto trasformarsi per realizzarsi.
Se volete seguire Katia potete farlo con la sua pagina fb The Sleepy Hamlet!!!
Oggi Katia è volata in un altro paese ad inseguire il suo sogno! Volete sapere dove?
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