Anna è una donna di Cuore, di quelle persone che quando le incontri ti travolgono con la loro energia positiva, con la loro carica esplosiva e con il sorriso che spunta in ogni cosa fanno e in ogni parola dicono. Ma Anna è anche una donna che il cuore lo ha visto andare in frantumi, lo ha raccolto con delicatezza, lo ha ricucito pezzettino dopo pezzettino, lo ha ricollocato all’interno del proprio petto e ha fatto molto di più. Ha deciso di parlare al cuore delle altre mamme in primis che si trovano a vivere una situazione come quella che ha vissuto lei, e al cuore di tutte quelle persone che possono fare molto donando qualcosa a favore della ricerca. Quest’anno sono 10 anni esatti da quel momento, quello che ogni madre non si vorrebbe mai augurare di vivere, e Anna ha dato vita ad un nuovo immenso progetto.
Andiamo con ordine.
- Ciao Anna, tutto nasce esattamente 10 anni fa, quando hai dovuto salutare il tuo bimbo di 2 anni e mezzo a causa di una malattia. E’ da lì che ha preso forma il tuo impegno a favore della Onlus Noi per Loro di Parma e questo ultimo incredibile progetto?
Sì, è stata la necessità di buttare fuori tutto quello che avevo dentro e farne qualcosa che potesse riuscire ad aiutare le mamme che si sono trovate o si trovano a dover perdere un figlio anche per una causa diversa dalla mia. E’ un progetto trasversale nato nell’ambito dei tumori infantili, ma che si puo’ benissimo applicare anche su altri fronti e a favore di altre cause ugualmente importanti.
- Dove si trova la forza per trasformare il dolore in nuova energia?
C’è un momento, il più terribile, quando capisci che non c’è più niente da fare, quando capisci che è arrivato il momento di salutarti, a quel punto hai una lucidità pazzesca, o è bianco o è nero, capisci che il miracolo che a te era stato destinato diventa la fine della sua sofferenza: e allora cominci a pregare che il Signore se lo prenda, così come te lo ha dato. Tenerlo per vederlo soffrire inutilmente sarebbe solo un tuo egoismo …. quindi decidi che il meglio per lui è lasciarlo andare ( da qui il titolo della canzone), al tuo dolore ci penserai dopo, in quel momento l’unico desiderio è che venga posto fine al suo di dolore.
- Su chi hai potuto contare, oltre che su te stessa?
Ovviamente sulla famiglia, ma non nel senso che mi dovevano stare vicino, la prima cosa che non volevo era dargli altro dolore facendomi vedere distrutta e inerme davanti alla perdita. Mio marito era lì con me, quindi il primo pensiero era non dare un altro dolore a mia madre, a lei che aveva provato lo stesso dolore con il suo primo figlio perso durante il parto: non poteva perdere anche me! E a tutti gli altri che comunque non avevano bisogno di altri pensieri. Poi il dolore lo considero un sentimento molto personale, è mio e non voglio mostrarlo ad altri che non possono e non sono costretti a capirlo.
- Chi ti incontra lungo la propria strada si sente trasportato dalla tua carica e dalla tua forza incredibile, e riconosce in te una donna che ha saputo guardare avanti pur senza dimenticare un solo secondo del passato. A cosa hai lavorato quest’anno proprio per lasciare un segno concreto della tua storia?
La canzone che abbiamo registrato è il percorso che ho fatto, dalla consapevolezza della perdita, al vissuto non goduto, alla vita che deve per forza andare avanti col sorriso sul viso. Alla fine a te è stata lasciata questa vita e sarebbe un peccato sprecarla quando a tuo figlio è stata ingiustamente tolta.
- Qual è il messaggio che vuoi dare ad altre mamme che come te hanno o stanno vivendo la tua esperienza?
Proprio questo, di non sprecare la loro vita perché non sarebbe giusto nei confronti dei loro figli, certo sarà difficile, mooooolto difficile, ci sarà chi arriva subito a questa consapevolezza come me e chi invece necessiterà di tempo. L’importante è non sprecarla.
- Cosa possiamo fare tutti noi per sostenere i tuoi progetti?
Semplicemente seguirmi, tutto quello che faccio serve a raccogliere fondi per l’Associazione Noi per Loro Onlus di Parma che appoggia e sostiene il Reparto di Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale dei Bambini di Parma, nato per aiutare le famiglie dei bambini malati, per cercare di fargli fare una vita normale durante le terapie, il loro motto è “Non tutto del Bambino malato è malato”, che vuol dire che alla malattia ci pensano i medici, l’Associazione deve pensare al resto, a fargli vivere una vita normale in un momento che di normale ha molto poco.
Questo progetto “canoro”, che è possibile scaricare a partire dal 9 dicembre, è stato dato vita insieme ad altre due persone, Matteo Gelmini che ha scritto la musica e tradotto le parole di Anna nel testo e il cantante Daniele Benati, voce della band I Ridillo.
Ogni click usato per scaricare la canzone, sarà un euro donato all’Associazione Noi per Loro e alla ricerca. Il brano è scaricabile da iTunes, Amazon Music, Spotify ed altre piattaforme musicali e video.
Per conoscere più dettagli su questa incredibile ed emozionante storia potete leggere l’articolo uscito su Il Resto del Carlino Reggio.