Sarebbe troppo semplice dire di scoprire di essere una mamma quando compaiono le due lineette rosa sul test!!!! E anche dire di essere mamma quando, a sorpresa, inizi a vomitare, ti dà la nausea anche solo l’odore del caffè, ti è aumentata dal giorno alla notte una taglia di reggiseno e dormiresti ad ogni ora ed in ogni momento della giornata!!!! Lì è quando scopri di essere incinta….ma essere mamma è tutta un’altra cosa.
figli
Per una come me che passa praticamente la metà del suo tempo giornaliero a parlare e l’altra metà a scrivere (che si tratti di lavoro e vita privata!), scegliere lo strumento con cui comunicare qualcosa non dovrebbe essere un problema. E invece mi capita spesso, potendo scegliere, di preferire il secondo al primo, per tutta una serie di motivi che, ovviamente…. sto proprio qui a raccontarvi!!!! 🙂
Non è un titolo provocatorio, ma dopo Mio figlio si pittura le unghie!!!, in cui Sara racconta la sua esperienza con Francesco, terzogenito dopo due femmine, vi racconto la mia esperienza con Caterina, cioè esattamente l’opposto, infatti lei è la terzogenita dopo due maschi.
E’ una bella bambina, capelli lunghi e biondi a boccoloni, occhi azzurri, paffutella e sempre sorridente; insomma una bambolina.
All’asilo gioca con tutti, soprattutto con Alice, la sua migliore amica, e disegna un sacco. Quando ci sono altre bimbe gioca volentieri con le bambole e a cucinare buoni pranzetti.
Ma a casa tutto cambia: la dolce bambina si trasforma in un maschiaccio, dopotutto imita i fratelloni, non posso aspettarmi altro!
Vi capita mai che per spiegare qualcosa ai vostri figli, ma anche ad alcuni adulti per la verità, facciate ricorso all’esempio?? Del tipo che si usano una serie infinita di parole, finchè si coglie lo sguardo assente del nostro interlocutore, che magari inizia a corrugare la fronte e a storcere il labbro inferiore verso il basso e gli si dice: “Ti faccio un esempio così mi spiego meglio!!!”. Solo allora vi accorgete di aver riattirato la sua attenzione…. Ebbene l’esempio è quella cosa che da sempre, già da quando eravamo bambini noi, e fin nei testi “sacri” di pedagogia, ci siamo sentiti dire che è forse la cosa che conta più di mille parole.
Chi è genitore di bimbi “parlanti” lo sa: i bimbi sono maestri nel porre domande quando meno te lo aspetti e generalmente quando stai guidando. E fin qui…. Ma la loro arguzia sta nel farti domande per loro normali e apparentemente semplici, per te sicuramente un pò meno, proprio mentre sei alla guida, e magari stai affrontando il traffico delle 17.30 del pomeriggio in città, o una rotonda con 7 uscite, o sei sei su ghiaccio senza le gomme termiche. Se si trattasse di domande tipo: “Cosa fai da mangiare stasera?”, “Mi compri una biro nuova?”, “Posso andare a giocare dall’amichetto?” o simili, le risposte sarebbero semplici e automatiche anche senza bisogno di pensarci più di tanto.
Il mio lavoro mi porta periodicamente a vivere giorni di sovraccarico, giornate interminabili dove so quando esco di casa ma non so quando vi farò ritorno, a causa di scadenze che di solito ci portano a lavorare in modo frenetico (ed è ancora un eufemismo!!!) per un mese, a volte anche di più. E così la famiglia è costretta a vivere senza di me (che potrebbe anche essere letta come una liberazione…..) per un pò, vedendomi rincasare solo giusto per la cena (da preparare) o per il bacio della buonanotte. Ed è in momenti come questi che, a posteriori, ti accorgi di alcune cose, che riguardano i tuoi figli!