Come sapete cari amici, spesso scriviamo post perchè i temi ci vengono suggeriti da voi, più precisamente da amiche, amici, mamme, papà, zii, insomma da chiunque incontriamo e con chiunque ci “perdiamo” a parlare di figli. Beh, questo post, invece, mi è stato suggerito proprio da uno dei quei figli, da uno dei quei ragazzi sui quali spesso ci arrovelliamo, su cui ci confrontiamo, con cui ci amareggiamo o arrabbiamo, o su cui ironizziamo….. ma non un figlio a caso: la mia!
Educazione
Che tema spinoso che sto andando a sollevare!!!Sì, lo so, ne sono consapevole e mi assumo le mie responsabilità.
Ad ogni modo faccio outing e autocritica perchè sono persuasa (pur avendo messo un titolo interrogativo) che il germe dell’insicurezza nei nostri figli lo generiamo noi genitori (purtroppo spesso coadiuvati dalle altre figure più o meno educative che gravitano attorno alla loro vita).
Mi spiego meglio, perchè l’argomento va appunto….argomentato!!!!
Se si trattasse solo di presenziare ad una partita di pallone, ad un’esibizione di ginnastica artistica, ad un allenamento equestre, o di consigliare all’acquisito di un vestito, di un accessorio, o di accompagnare a scuola o a letto un figlio…..si può dirottare tranquillamente sul papà!!!! (magari per l’abbigliamento no però….) 🙂
Ma quando si tratta di una “richiesta di aiuto”, pulita, semplice, schietta, diretta, sintetica, ma al contempo pesante come una lama che ti penetra nel cuore….è sicuramente roba da mamme!!!!! Anche perchè l’affermazione che dà titolo al post ha un soggetto molto chiaro nella frase, e non lascia adito a molti dubbi….
Se ripenso alla mia infanzia, sono cresciuta senza aver quasi mai avuto la possibilità di vedere mia mamma (figuriamoci mio papà!!!) piangere, anzi direi che il ricordo che ho di un loro pianto è sempre stato collegato ad una perdita, un lutto. A dire il vero, successivamente, ho “scoperto” mia mamma piangere in altri frangenti, ma diciamo che lei ha sempre tentato di nascondere queste reazioni ai nostri occhi di figli, immagino per proteggerci.
A quei tempi non ci pensavo molto, ma oggi, e non solo perché sono madre, mi sono chiesta: “Si, ma proteggerci…..da cosa?”
Questo è sicuramente un argomento spinoso, di quelli che ti trovi a scrivere più per esorcizzare una (tua) abitudine che sai non essere corretta e rispettosa della personalità e libertà dei tuoi figli.
Di quelli che sai perfettamente che se porti all’attenzione di un qualunque professionista di settore (pedagogista, psicologo che sia) ti apostroferà ribadendoti che il ruolo del genitore è guidare e accompagnare un processo di crescita, non condizionare e influenzare secondo i propri paradigmi.
(…..sospiro….)
Per una come me che passa praticamente la metà del suo tempo giornaliero a parlare e l’altra metà a scrivere (che si tratti di lavoro e vita privata!), scegliere lo strumento con cui comunicare qualcosa non dovrebbe essere un problema. E invece mi capita spesso, potendo scegliere, di preferire il secondo al primo, per tutta una serie di motivi che, ovviamente…. sto proprio qui a raccontarvi!!!! 🙂