Vi capita mai che per spiegare qualcosa ai vostri figli, ma anche ad alcuni adulti per la verità, facciate ricorso all’esempio?? Del tipo che si usano una serie infinita di parole, finchè si coglie lo sguardo assente del nostro interlocutore, che magari inizia a corrugare la fronte e a storcere il labbro inferiore verso il basso e gli si dice: “Ti faccio un esempio così mi spiego meglio!!!”. Solo allora vi accorgete di aver riattirato la sua attenzione…. Ebbene l’esempio è quella cosa che da sempre, già da quando eravamo bambini noi, e fin nei testi “sacri” di pedagogia, ci siamo sentiti dire che è forse la cosa che conta più di mille parole.
Aprile 2015
- bottiglie di plastica
- vasetti di yogurt da bere
- rotoli di carta igienica
- legumi secchi, noi avevamo del farro vecchio
- nastro adesivo, forbice e colori
Fra poco inizierà il periodo per far provare ai propri bimbi i vari sport disponibili sul territorio, qualche lezione gratuita per poi valutare quale potrà essere la disciplina alla quale iscrivere i bimbi l’anno prossimo. Se non ci sono preferenze “di famiglia” o i bimbi non esprimono scelte nette seguendo magari gli amichetti, non è sicuramente facile. Con i miei figli ho fatto scelte diverse e fra poco dovrò valutare anche per la piccola… aiuto!!!!
In molti comuni e molte scuole quando arriva la bella stagione partono delle belle iniziative rivolte soprattutto ai bambini delle elementari: i bicibus e pedibus. Anche nel nostro paese l’hanno organizzata e i miei bimbi hanno voluto aderire. Anche se avrebbero preferito il bicibus, per problemi organizzativi abbiamo optato per il pedibus.
Come funziona?
I miei bimbi hanno deciso di fare musica, anche se in realtà dovrei dire rumore 😉 Naturalmente non possiamo usare strumenti già fatti, ma li dobbiamo costruire noi, così abbiamo tirato fuori tutto quello che poteva essere utile per iniziare a costruire il più semplice: le maracas. Si inizia sempre dalle cose facili, no?!? Ed ecco cosa abbiamo recuperato:
Nell’immagine vedete anche barattoli e palloncini che useremo per un altro progetto, quale? Secondo me l’avete già indovinato!! Come abbiamo proceduto?
Chi è genitore di bimbi “parlanti” lo sa: i bimbi sono maestri nel porre domande quando meno te lo aspetti e generalmente quando stai guidando. E fin qui…. Ma la loro arguzia sta nel farti domande per loro normali e apparentemente semplici, per te sicuramente un pò meno, proprio mentre sei alla guida, e magari stai affrontando il traffico delle 17.30 del pomeriggio in città, o una rotonda con 7 uscite, o sei sei su ghiaccio senza le gomme termiche. Se si trattasse di domande tipo: “Cosa fai da mangiare stasera?”, “Mi compri una biro nuova?”, “Posso andare a giocare dall’amichetto?” o simili, le risposte sarebbero semplici e automatiche anche senza bisogno di pensarci più di tanto.
Il mio lavoro mi porta periodicamente a vivere giorni di sovraccarico, giornate interminabili dove so quando esco di casa ma non so quando vi farò ritorno, a causa di scadenze che di solito ci portano a lavorare in modo frenetico (ed è ancora un eufemismo!!!) per un mese, a volte anche di più. E così la famiglia è costretta a vivere senza di me (che potrebbe anche essere letta come una liberazione…..) per un pò, vedendomi rincasare solo giusto per la cena (da preparare) o per il bacio della buonanotte. Ed è in momenti come questi che, a posteriori, ti accorgi di alcune cose, che riguardano i tuoi figli!
Eh si, questa ancora mi mancava, così ho fatto anche l’esperienza di una notte in ospedale con mia figlia. Per fortuna nulla di grave e sono stata anche fortunata a fare solo 24 ore!!! Cosa è successo? In una tranquilla mattina ricevo in ufficio la telefonata dall’asilo della piccola: niente di particolarmente preoccupante, Caterina mentre correva con altri bimbi è caduta e ha battuto la testa a terra. Ok, succede non so quante volte che questi piccoli di gomma cadano! Peró..