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Esperienze

Saper disinnescare può essere la strada

perfetti sconosciuti adolescenza

“Però una cosa importante l’ho imparata. Saper disinnescare. Non trasformare ogni discussione in una lotta di supremazia.
Non credo che sia debole chi è disposto a cedere, anzi è un uomo saggio. Le uniche coppie che vedo durare sono quelle dove uno dei due, non importa chi, riesce a fare un passo indietro. E invece sta un passo avanti”. Così recitava Marco Giallini in “Perfetti sconosciuti”, il film di Paolo Genovese, che nonostante volesse raccontare soprattutto di altro, introduce un tema sempre molto attuale e contemporaneo sulle relazioni di coppia e, a mio parere, sulle relazioni in generale.

Saper disinnescare, non trasformare ogni discussione in una lotta di supremazia. Parole che poi, uscite dalla bocca di Giallini, sanno veramente di buono!!!

Quando diventi genitore credi che la parte più difficile sia sopravvivere alla mancanza del sonno. In effetti, i primi mesi di vita del bimbo sono difficili, faticosi, stancanti soprattutto fisicamente perchè i nostri bioritmi si sfasano completamente per assecondare le esigenze del piccolo, che a sua volta si deve abituare a tutte le novità che gli si presentano fuori dalla pancia e iniziare una vita più autonoma rispetto all’essere stato nel grembo della mamma.

Mam mano che crescono, le difficoltà si trasformano ed iniziano ad essere meno concentrate sulla fatica fisica, quanto su quella mentale. E saper disinnescare può diventare un mantra per sopravvivere sereni, reciprocamente. Non solo nella relazione con i propri figli, ma anche in quella di coppia, come nelle relazioni che prevedono una certa continuità nel tempo, dovuta o voluta.

Saper disinnescare, riconoscere che esiste una bomba pronta a scoppiare, un ordigno in procinto di brillare e, con estrema calma e pazienza, con lentezza e tantissima concentrazione, disattivarlo perchè non esploda.

Facile? Tuttaltro. Ovvio? Niente affatto.

E’ così difficile che spesso capita che invece di disinnescare, mettiamo benzina sul fuoco. E’ più naturale, perchè forse pensiamo che cedere sia da vili. Oppure perchè la nostra cocciutaggine di essere nel vero, sia la spinta per rimpinguare quel fuoco e che debba essere l’altro a gettarvi acqua, dimostrando così che la ragione era la nostra, e suo invece il torto.

Disinnescare un potenziale conflitto non significa necessariamene rifuggirlo, evitarlo, bypassarlo, nasconderlo. Il conflitto può essere costruttivo e necessario (soprattutto con gli adolescenti. Si legga a questo proposito Adolescenza: tra feeling e conflitto aperto). Ma tra adulti, disinnescare un conflitto, può portare a trattare l’oggetto della controversia in modo più distaccato, forse anche più sereno, sicuramene più positivo. Si toglie all’argomento di discussione la fiamma, per mantenere la struttura, si disinnesca l’esplosione (che è la conseguenza) e si tratta l’ordigno che non è più in grado di uccidere. Questo non significa che viene tolto il dolore, perchè quello probabilmente dovrà essere attraversato, ma se non altro non si morirà sul campo (rendendo il confliggere una sterile lotta di supremazia, appunto).

Giallini, sappi che ogni volta che penso alla parola disinnescare, il mio pensiero fila dritto dritto a te… non che mi dispiaccia eh?

 

 

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