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Educazione

Quando una mamma piange

Anche la mamma piange

Anche la mamma piange

Se ripenso alla mia infanzia, sono cresciuta senza aver quasi mai avuto la possibilità di vedere mia mamma (figuriamoci mio papà!!!) piangere, anzi direi che il ricordo che ho di un loro pianto è sempre stato collegato ad una perdita, un lutto. A dire il vero, successivamente, ho “scoperto” mia mamma piangere in altri frangenti, ma diciamo che lei ha sempre tentato di nascondere queste reazioni ai nostri occhi di figli, immagino per proteggerci.

A quei tempi non ci pensavo molto, ma oggi,  e non solo perché sono madre, mi sono chiesta: “Si, ma proteggerci…..da cosa?”

Una come la sottoscritta, che al posto degli occhi ha due idranti, che usa l’80% di liquido che ha in corpo versandolo in lacrime, che si commuove anche guardando una pubblicità o osservando una patata trasformarsi in purè, non può che ergersi a icona del pianto in tutte le sue forme e manifestazioni!!!!

Sebbene durante la mia infanzia mi abbiano sempre  sgridato detto di  “controllarmi” dal piangere (almeno ogni giorno una piantino ci scappava!!!), sebbene mi sia sforzata durante l’adolescenza a rimandare indietro le lacrime non appena le sentivo presentarsi sulla soglia delle ciglia (con ogni stratagemma, spesso guardando verso il cielo a rischio inciampo, oppure sventolandomi con ogni sorta di ventaglio improvvisato!!), sebbene avessi fatto sforzi disumani tentando di focalizzare l’attenzione verso qualcosa di divertente per non permettere alle lacrime di scendere (anche immaginando nelle situazioni più imbarazzanti e fantozziane), io ho sempre pianto molto….moltissimo. E non è che ora abbia degli occhi bellissimi, a dispetto del detto che dice: “Piangere fa venire gli occhi belli!“. TZE!!!!!!

Tuttavia….se quando ero piccola pensavo che piangere fosse una “cosa brutta”, una debolezza, un’umiliazione, adesso vi dirò che….non mi interessa assolutamente niente!!!!

Acquisita questa consapevolezza (non senza versare tante lacrime!!!), ossia che piangere è fisiologico, che è sinonimo di particolare sensibilità, che scarica i nervi, che fa star meglio, che si può piangere dalla gioia, dal dolore, dalla commozione, dalla tenerezza, dalla paura, dalla rabbia, dalla delusione, dalla frustrazione…. piango veramente di gusto!!! Senza scappare a nascondermi, senza fingere che mi sia andato un moscerino in un occhio, senza improvvisare un problema con le lenti a contatto, senza accampare scuse: piango.

Certo se sono al lavoro o in una situazione “formale” tento di salvaguardare la forma usando ancora espedienti come il foglio di carta per sventagliarmi o il fazzoletto per soffiarmi il nasco e nascondere gli occhi, o ancora bere per costringermi a guardare in su senza sembrare una pazza che fissa il soffitto che nemmeno fosse un mantello stellato!!!! Anche perché quando piango si vede soprattutto dalla dimensione del mio naso che assume i contorni di una portaerei!!!!!.

E considerando che piangere fa parte della vita, non ho alcuna vergogna a farmi vedere piangere dai miei figli. Vergogna perché poi? Perché sono grande e “non si fa”? Perchè sono la mamma e devo dare il buon esempio? Ma io VOGLIO dare proprio QUESTO ESEMPIO: si può piangere, si può dimostrare le proprie emozioni, si può autorizzarsi a vivere momenti di debolezza e di “fuori controllo” (anche i papà eh????).

Ovviamente quando mi vedono piangere mi guardano con un certo interesse e immagino che possano pensare che è strano vedere la mamma (un adulto!) piangere. Ho infatti spesso spiegato loro perché piango, cosa mi fa piangere, ma a volte ho anche dovuto dire che non sapevo perché stavo piangendo e che qualcosa probabilmente in quel momento mi faceva essere giù di morale.

Tendenzialmente credo che se siamo in grado di RASSICURARE i nostri figli che si può piangere e che il nostro piangere non ha niente a che vedere con loro o con il loro papà (perché una delle loro più grandi paure è che se un genitore piange è per un litigio o qualcosa di “brutto” con l’altro genitore), possiamo essere sulla buona strada di star crescendo “emozionali adulti del domani”. Senza contare che non sarebbe nemmeno disonorevole se i nostri figli vedessero anche la figura maschile piangere: forse soprattutto i bimbi maschi imparebbero a confrontarsi con un diverso stereotipo maschile, in grado di far i conti con le emozioni e non per questo meno uomo solo perchè versa qualche lacrima in pubblico!!!! (scusate la licenza poetica….)

firma_Sara

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