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Educazione

Le violenza sulle donne: care figlie mie….

FemminicidioVoglio dare seguito al post pubblicato qualche tempo fa che parlava a cuore aperto a mio figlio maschio rispetto al tema del femminicidio (leggete La violenza sulle donne: caro figlio maschio).

Ho due figlie femmine e questo post va dritto dritto a loro, come a tutte le bambine,  future donne, che hanno il diritto, in questo mondo, di vivere e di essere rispettate.

Diciamo basta ai femminicidi e il mio contributo è quello di parlare apertamente, fin da ora, ai miei figli.

Le mie ragazze fanno domande, non si capacitano di sentire sempre storie di morti violente, storie di morte mascherate da storie d’amore, e chiedono: “Perché gli uomini uccidono le donne? Perché un marito uccide sua moglie, un fidanzato la sua fidanzata, un padre la mamma dei suoi figli?“. GIA’, PERCHE’???

Perché noi sappiamo cosa significa, cosa com-porta sentire di un uomo che uccide una donna, o che le fa violenza (fisica, economica, psicologica, la perseguita), sappiamo a cosa porta tutta questa violenza, ma il motivo per il quale un uomo fa questo a colei che dichiara di amare, proprio questo è molto difficile da comprendere, anche per noi adulti.

E’ recente uno degli ultimi fatti di cronaca di cui hanno parlato diversi media, ma che ha attivato una serie di azioni anche da parte del popolo del social: “Con l’hastag #saranonsara è diventato virale l’appello fatto da un gruppo di donne, anche via WhatsApp, a esporre oggi alle finestre un oggetto di colore rosso che «simboleggia il sangue versato dalle donne uccise dai loro uomini, o ex uomini, o corteggiatori rifiutati». «Abbiamo deciso – si legge sull’appello – di intraprendere una serie di azioni martellanti volte ad estirpare la cultura del femminicidio ormai diventato ennesimo motivo di imbarazzo del nostro Paese.” E fosse solo una questione di imbarazzo, aggiungo io!

Ho letto un  articolo tratto da Il Fatto quotidiano che cercava di spiegare questo fenomeno dal punto di vista scientifico, e oltre a fornire una serie di dati scriveva che “La violenza contro le donne, come tutti i drammi sociali, riflette un intreccio di motivazioni causali, alcune sociali, altre legate alle singole persone dei colpevoli, e la nostra cultura maschilista è solo una tra queste. La povertà, l’alcolismo, la droga, la sofferenza psichiatrica, la bassa scolarità sono fattori almeno altrettanto importanti.

 Io credo che la violenza in generale non si possa ridurre mai solo ad una causa e mai solo a questioni di carattere solo educativo, ma a concause di fattori.

Tuttavia mi sento in dovere di fare la mia parte di genitore e “proteggere” le mie figlie rendendole più consapevoli e più lucide nel vedere la realtà che si presenta loro.

Alle mie figlie femmine voglio dire:

  • abbiate il massimo rispetto per voi stesse, rispettate le vostre idee, le vostre emozioni, il vostro corpo e siate consapevoli del valore di tutte queste cose insieme. Non scendete a compromessi quando si tratta di difendere voi stesse e tutto ciò che avete di bello e che vi appartiene.
  • voi siete proprietarie di voi stesse, non permettete a nessuno mai di dirvi che siete una sua proprietà, un suo possedimento. Voi siete libere: di scegliere, di amare chi volete, di dire ciò che pensate sia giusto, di lasciare quando capite che non vi riconoscete più, di lottare per quello in cui credete, di ascoltare il vostro cuore e la vostra ragione, di vivere la vostra vita.
  • l’amore non è un sentimento violento, ma fatto di tenerezza. La tenerezza è la parola chiave di ciascun rapporto umano, soprattutto tra uomo e donna, perché deve essere fondativa delle relazioni. La tenerezza porta con sé sguardi, gesti, parole delicate, affettuose, leggere.
  • chiedete aiuto, quando non capite più cosa dovete fare, quando non capite più la persona che avete di fianco, quando ci sono segnali che non comprendete, quando ci sono atteggiamenti che vi feriscono, parole che vi trafiggono, mani che vi percuotono. Chiedere aiuto è un atto di forza e di coraggio, in primis nei confronti di voi stesse e in secondo luogo per aiutare chi avete amato o pensate ancora di amare.
  • non lasciate mai che nessuno vi tenga legate a sé con il ricatto dell’amore o del senso di colpase mi ami, non lasciarmi; se ci tieni a me non abbandonarmi; senza di te faccio una follia; se le cose vanno male è colpa tua; se cerco altre donne sei tu a volerlo; sei tu che non mi capisci”, non lasciatevi intimidire mai, non lasciatevi snaturare, non lasciatevi annientare, non lasciatevi colpevolizzare.
  • se avvertite di avere paura è il momento di chiudere il rapporto. La paura non può essere la base di una relazione né le fondamenta di un futuro insieme. La paura confonde le emozioni, la paura non è più amore, la paura vi costringe ad una posizione asimmetrica con il partner e vi fa sentire sempre in difetto.
  • è inutile che vi dica che siete libere di vestire come vi pare, perché la nostra società non è fatta per accettare una gonna troppo corta, una scollatura troppo audace senza considerarla provocazione al genere maschile. Utilizzate la vostra intelligenza per capire i contesti e le situazioni, purtroppo è ancora più importante la vostra salvaguardia dall’educare l’uomo a non essere sempre e solo preda dei propri impulsi animali.

Non voglio crescere le mie figlie ad avere paura, ma ad amare la vita. Vorrei che le mie figlie potessero vedere e vivere l’amore nella sua parte più sana e vorrei poterle proteggere da qualunque forma malata di relazione.

Ma la cosa forse più importante che posso fare è aiutarle a vedere le cose oltre che con il cuore con una testa che le possa rendere in grado di difendersi da sole.

 

firma_Sara

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