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Jodorowsky: Psicoteatro e tarocchi

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Questo post ce lo regala una grande mamma-amica di Ascoltami, una mamma vivace, una mamma vitale con occhi brillanti e pieni di energia e gioia di vivere.

Dice di sè: “Sono mamma di due principesse ed sono sposata con un Re. Vivo vicino al fiume Po sognando il Chianti. Amo cullare ed essere cullata, conservare l’antico, correre davanti a me stessa, ballare con lunghe sottane gitane. Ho frequentato la Scuola di Metagenealogia e Tarocco Evolutivo di Cristobal Jodorowsky“.

Già dalla presentazione io non vedo l’ora di leggerla per rivivere (anche noi eravamo presenti a teatro) quell’atmosfera così rotonda.

Scopritela con noi!

Ore 7.35 di un martedì qualunque. Una mamma è pronta a svegliare le sue bimbe di 7 e 4 anni e mezzo, la scuola le aspetta. Apre le finestre. La luce entra prepotente. Le manine cercano le coperte. Tornano nelle loro tane…ma un ape sta per entrare nel loro letto. Bzzzzzzzzzzzzzz Bzzzzzzzzzzzzz Bzzzzzzzzzzzzzzzz

Mamma che faiiiiiiii!!!!!!”

“Bzzzzzzzzzzzzzz bzzzzzzzzzzz bzzzzzzzzzzzzzzz….sono l’ape mamma bzzzzzzzzzzzzzz bzzzzzzzzzzzzzzz”

Le loro risate arrivano cristalline alle mie orecchie. Nelle mie orecchie e nel mio cuore ancora risuona il potente volo di altre 500 colleghe api che volavano nel cielo di Bologna lunedì 21 marzo, zona Teatro Dehon dove Cristobal Jodorowsky ha invitato gli spettatori del suo “Psicoteatro” a fare le api nel suo spettacolo “E se guariamo i soldi?!

Jodorowsky è un attore, scrittore, pittore, drammaturgo, formatore, tarologo e psicosciamano messicano naturalizzato francese (ma di chiare origine ucraine). Arriva in Italia con la sua irriverente energia, con il suo italoanglospagnolo, con il suo corpo da serpente, con la sua bocca che ieri sera mangiava letteralmente banconote da 50 €. Mentre calca la scena in un’orgia di parole, gesti, urla, parla del dio denaro ed il sudore gronda dal suo completo nero illuminato da due calzini rossi come quelli del Matto, il primo Arcano maggiore del mazzo dei suoi amati Tarocchi di Marsiglia.

In questo solo apparente delirio ci ha illustrato una sua personale e simbolica visione del mondo, che sottende ad una altrettanto personale idea di educazione umana. L’umanità è divisa in due categorie: le cicale e le api. Le cicale le ha individuate come animali divoratori, che non ne hanno mai abbastanza, che sono state educate a prendere-prendere-prendere mangiare-mangiare-mangiare per poi non riuscire mai a riempire quella che ognuno avverte dentro di sè come una voragine senza fondo…gnam gnam gnam gnam. Essere api, invece, sibilare all’unisono in un volo onirico, tuffarsi con tutto il corpo nei fiori pieni di nettare e portarlo poi nel mondo, con la nostra energia creativa produrre miele e poi donarlo all’universo come espressione del Sacro Divino che è in noi…è un invito a farlo nella vita di tutti i giorni perché è profondamente nutriente essere api. E’ meravigliosa l’idea di imparare ogni giorno di più ad essere noi stessi, ad imparare e ad alimentarsi per poter poi noi stessi essere nutrimento per le altre persone, uscendo da noi per andare verso l’altro.

Esule da falsi moralismi, Cristobal si mette in gioco in prima persona, parlando di denaro e di come siamo stati educati dai nostri genitori, dalle convenzioni sociali, dalle varie religioni, a pensare che il denaro sia sporco, a dire che il denaro non ci interessa, che l’importante è essere ricchi nell’anima, quando quotidianamente ci comportiamo in senso diametralmente opposto perennemente affamati di denaro per appagarci là dove sono i nostri vuoti, riempiendoci di dipendenze, comprando cose inutili suggestionati dalle multinazionali, schiavi del nostro animale interiore, che ci fa comportare come degli oranghi disposti a difendere il proprio territorio e la tribù in totale chiusura. Anche in questo caso è una simbologia, di come spesso ci asserviamo a noi stessi, dando potere a cose che ci servono ma di cui spesso ci facciamo servitori inconsapevoli. Da qui nasce la necessità di diventare esseri consapevoli, originali, creativi, non banali, in grado di dominare le proprie pulsioni e i propri falsi ideali.

E tutto questo Jodorowsky lo spiega urlando come un padre severo, lo sussurra come una madre premurosa, lo interpreta con la sua faccia stravolta dalla rabbia, lo instilla con un sorriso aperto con quella faccia da messicano che ne ha visto di mondo. Una scossa di terremoto nel nostro tran tran che ti riporta all’ordine e che ti invita a smettere di essere un bambino capriccioso, un orango che difende il suo orticello, una cicala ingorda per essere finalmente quello che Tu sei, senza compromessi, senza giudizi: un adulto consapevole solare e cosmico…. Anche facendo l’ape.

Cristóbal Jodorowsky tornerà in Italia a giugno con un nuovo spettacolo di Psicoteatro.

Non potete mancare.

Io non mancherò. Bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz bzzzzzzzzzzzz bzzzzzzzzzzzzzzz.

 

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